Diario di una pellegrina in Terra Santa – Martedì 7 marzo

Diario di una pellegrina in Terra Santa – Martedì 7 marzo

La nostra quinta giornata di pellegrinaggio è iniziata in modo unico. Ci siamo recati di buon mattino presso la Basilica della Natività dove don Fabiano e don Luigi hanno avuto il permesso di celebrare la Messa delle 5 nella Grotta della Natività.
Ci siamo incamminati verso le 4.15 ancora avvolti dalla notte e siamo stati accompagnati anche dalla preghiera musulmana dell’alba che echeggiava dalle torri delle moschee, i minareti.
È stato molto particolare vedere di fronte a noi la Basilica della Natività mentre alle nostre spalle udivamo la voce del muezzin.
Dopo qualche minuto di attesa, siamo entrati nella Basilica e ci siamo raccolti in preghiera prima di scendere nella Grotta per la celebrazione.
Nella Grotta, dopo la Messa, abbiamo potuto toccare la stella della Natività; quel tocco ha suscitato in noi emozioni fortissime.
Nella Grotta abbiamo sperimentato anche la realtà dello Status Quo che regola i diritti di proprietà e di accesso delle comunità cristiane all’interno di tre santuari e regolamenta gli spazi, gli orari e i tempi delle funzioni, gli spostamenti e i percorsi. Avevamo infatti 25 minuti per la celebrazione e i nostri sacerdoti non hanno potuto celebrare davanti alla Stella in quanto questo è permesso solo agli ortodossi.
Terminata la Messa, siamo risaliti in Basilica dove abbiamo potuto vedere e pregare davanti alla statua di Gesù Bambino che viene portata in processione il giorno di Natale.
Abbiamo avuto anche la possibilità di scendere nelle grotte dove per anni ha vissuto San Girolamo, che si è ritirato in meditazione per trovare l’ispirazione per tradurre nel modo migliore la Bibbia.
Dopo il rientro in hotel per la colazione e un po’ di risposo, siamo saliti sul pullman e ci siamo diretti alla Cappella del Santuario dei Pastori che si trova nel territorio di Beit-Sahour a sud est di Betlemme nello Stato di Palestina.
In questo luogo si commemora l’annuncio della nascita di Gesù ai pastori.
Approfittando dell’ottima acustica di cui gode la Cappella, abbiamo cantato tutti assieme il Gloria.
La Cappella è arricchita da affreschi che rappresentano l’annuncio della nascita di Gesù ai pastori secondo il Vangelo di Luca.
Sotto la chiesa c’è una grande grotta, che la tradizione cristiana, supportata anche dagli scavi effettuati, identifica con quella utilizzata dai pastori al tempo di Gesù.
Dopo una breve passeggiata attraverso un piccolo sito archeologico ci siamo seduti sotto un mandorlo per la lettura del Vangelo dell’annuncio ai pastori.
I pastori sono degli emarginati che vivono con gli animali e non sono degni di stare in comunità, ma sono i primi destinatari della notizia della nascita di Gesù.
I pastori stupiti accorrono per vedere cosa sta accadendo. Don Fabiano conclude la sua meditazione dicendoci che stupore e meraviglia dovrebbeeo sempre accompagnare il cammino del credente.

Dopo aver acquistato alcuni oggetti in particolare di legno di ulivo presso una cooperativa, siamo ripartiti per Ain Karen.

Al check point del muro abbiamo vissuto l’esperienza di veder salire sul pullman un soldato con mitra che ha controllato che tutti avessimo il passaporto europeo.

Ain Karen ai tempi di Gesù era una città di sacerdoti. È il luogo dove presumibilmente quindi avrà no vissuto anche Elisabetta e suo marito Zaccaria, dove si incontrarono Elisabetta e Maria e dove potrebbe essere nato Giovanni Battista.
Dopo una breve passeggiata ci siamo fermati nei pressi della fontana dove è avvenuto l’incontro fra Maria ed Elisabetta.
Abbiamo letto tutti assieme prima il Benedictus e poi il Magnificat e questo ci ha fatto vivere con maggiore intensità il fatto di essere arrivati in un luogo così importante nella vita di Maria.
Siamo entrati nella Chiesa di San Giovanni Battista dove sono conservati un antico mosaico e una grotta.
Percorrendo la salita verso la Chiesa del Magnificat, abbiamo pregato il rosario cercando di “andare a tempo” con un altro gruppo che recitava il rosario in spagnolo.
Dopo la lettura del Vangelo in un piccolo giardino, siamo entrati nella Chiesa del Magnificat che è fatta da due chiese sovrapposte. Nella chiesa inferiore è custodita la pietra sotto la quale sarebbe stato nascosto Giovanni Battista per sfuggire alla strage ordinata da Erode con l’intento di colpire Gesù.
La chiesa superiore contiene degli affreschi di Antonio Barluzzi dedicati alla glorificazione di Maria.

Nel tragitto verso il ristorante per il pranzo, don Luigi ha condiviso con noi delle riflessioni e dei racconti. Ha iniziato parlando dei pastori che erano degli emarginati e tenuti a distanza anche perché puzzavano stando sempre vicino alle pecore. Questo gli ha ricordato l’odore di stalla di suo papà che andava a trovarlo in seminario e ha espresso grande gratitudine verso l’umiltà sia del suo papà che dei pastori.
La Grotta della Natività gli ha fatto ricordare una celebrazione di Natale fatta in missione. Aveva chiesto ai parrocchiani di rinunciare alla Messa in chiesa e di farla in una favelas abitata da persone molto discriminate per droga, violenza e prostituzione e che per tali ragioni non erano accettati in città a lavorare. La parrocchia ha accettato, anche se con qualche lamentela. La statua di Gesù è stata portata nella favelas e dopo la celebrazione, don Luigi ha fatto il giro delle case per benedire. Dopo questo fatto, la via dei rospi (nome della favelas) hanno chiesto di chiamarla “via del bambin Gesù”.
Ci ha poi raccontato la storia di alcune mamme giovani che lavoravano in un baraccone di fuochi di artificio che è esploso e sono morte 64 persone giovanissime lasciando 58 orfani. Una mamma aveva perso 3 figlie (Maddalena) e don Luigi andava a trovarla chiedendole cosa provava davanti al dolore del trovarsi senza 3 figlie e rispondeva che ringraziava Dio per averne ancora 5.
Alcune bambine di 12 anni stavano lavorando per avere le scarpe nuove per la cresima ma sono morte in questo incidente pochi giorni prima.

Abbiamo pranzato al Casa Nova, struttura francescana dove mangia anche il Papa quando viene in terra santa. Abbiamo notato in una fotografia che don Fabiano oggi era seduto esattamente dove si è seduto Papa Francesco: che sia di buon auspicio?

Dopo pranzo, dopo essere entrati attraverso la Porta dell’umiltà, abbiamo completato la visita della Basilica della Natività e del
chiostro con la spiegazione della nostra guida.

Abbiamo proseguito poi verso la Grotta del latte.
La leggenda dice che Maria e Giuseppe in fuga da Erode, si fermarono qui per allattare Gesù, una goccia di latte cadde e tutto divenne bianco. Ora è un santuario dove vengono chieste grazie da chi ha difficoltà nell’avere figli, nell’allattamento o a causa del cancro al seno.
Nel santuario vivono le suore per l’adorazione perpetua dell’Eucaristia.
Le suore adoratrici della Certosa di Vedana sono dello stesso ordine delle suore adoratrici di Betlemme.

Abbiamo concluso la nostra intensa e ricca giornata con la toccante visita presso la struttura Hogar Ninos Dios. Qui un gruppo di sole 5 Suore assiste bambini prevalentemente arabi con disabilità.