Diario di una pellegrina in Terra Santa – Lunedì 6 marzo

Diario di una pellegrina in Terra Santa – Lunedì 6 marzo

Al mattino del quarto giorno di pellegrinaggio abbiamo lasciato la città di Nazareth.
Uscendo, abbiamo attraversato la parte alta della città che è molto più ordinata e pulita della parte bassa.
Nel recarci verso Betlemme, percorriamo la strada che Gesù ha fatto verso Gerusalemme e che ha fatto anche Maria per recarsi da Elisabetta.
Con la preghiera di questa mattina, abbiamo invocato lo Spirito Santo perché ci aiuti a vivere l’esperienza del deserto.
Durante il viaggio, attraverso la strada 90 che è la più lunga di Israele, dal monte Hermon fino al Mar Rosso, la nostra guida ci ha fornito informazioni da un punto di vista biblico, parlando di Samuele, di Saul primo re di Israele, citando il libro dei Re; poi ci ha fornito informazioni anche sulla complessa situazione politica di Israele con le lotte fra arabi, ebrei e palestinesi.
Durante il racconto abbiamo superato un check point e siamo entrati in Palestina, territorio comunque Israeliano, con 4 città indipendenti fra cui Betlemme.
Lungo la strada è stato piuttosto inquietante leggere i cartelli “campo minato” e vedere le zone delimitate da filo spinato e sapere che chi non ha accettato che la Palestina è diventata Israele, ha perso la propria libertà.
Lungo la strada abbiamo visto enormi piantagioni di palma da dattero che è un frutto che si conserva molto a lungo e per tale motivo più adatto alla commercializzazione considerando i tempi incerti di ottenimento dei permessi per entrare ed uscire dalla Palestina da parte dei coltivatori.
In Terra Santa ci sono 16 tipi di dattero. È un frutto energetico con tanto zucchero.
Rapiti dai racconti della nostra guida siamo arrivati presso il fiume Giordano.
Con la lettura del Vangelo e la recita del Credo, abbiamo ricordato il momento in cui Gesù si mise in fila per il battesimo davanti al Battista.
Abbiamo visto anche delle persone, prevalentemente ortodosse, che con la veste bianca si immergevano nelle acque del Giordano.

Abbiamo ricominciato il nostro viaggio e siamo entrati nella zona di Gerico. Siamo stati fortunati a poter oltrepassare il check point in quanto fino a pochi giorni fa era chiuso, nessuno poteva entrare a causa di tensioni interne causate da un episodio di vendetta fra ebrei e arabi con l’uccisione di 5 persone.
Qui vediamo per la prima volta la bandiera palestinese.
Gerico è la città più bassa e antica del mondo, si trova a 356 metri sotto il livello del mare. La dimostrazione storica è possibile grazie al ritrovamento di una moneta del Dio luna, infatti Gerico significa Luna del deserto.
È molto emozionante ricordare che Gesù passava di qui per recarsi a Gerusalemme.
A Gerico, Gesù compì parecchi miracoli, ad esempio ridiede la vista ad un uomo cieco che invocava la sua attenzione.
Abbiamo visto anche la panoramica del monte delle tentazioni, dove Gesù incontrò e scacciò il diavolo.
A Gerico abbiamo partecipato alla Messa celebrata nella chiesa del buon pastore. Don Fabiano ci ha ricordato delle parole di Gesù a Zaccheo che era salito sul sicomoro per il Maestro. Gesù lo vede e gli dice “scendi perché oggi vengo a casa tua”. Gesù verrà sempre a cercarci; lasciamoci cercare e prendere per mano.
È triste pensare che in una città così ricca di episodi della vita di Gesù, oggi i Cristiani siano quasi una rarità, pur essendo ad esempio cattolica la maggior scuola frequentata da circa 600 studenti.

Dopo aver acquistato creme con i sali del mar morto, gustato e acquistato datteri e arachidi di sicomoro e fotografato dromedari, ci siamo spostati per il pranzo.
Oggi il nostro pranzo ci ha fatto conoscere un tipico piatto arabo, il Maqloubeh, che tradotto significa rovesciata. È un piatto con riso, pollo, verdura, sesamo e zafferano. È particolare come viene servito in quanto viene rovesciata la pentola portando in superficie il condimento che è prima ricoperto di riso.
Abbiamo terminato il pranzo con una gustosa banana; a Gerico le banane sono buonissime.

Abbiamo proseguito il nostro viaggio verso il Mar Morto, raggiungendo così il punto più basso della terra: – 400 metri.
Purtroppo per la scarsità di piogge e per la creazione di una diga da parte del governo israeliano, si riduce di un metro all’anno.
Il Mar Morto per la sua elevatissima salinità e presenza di sali minerali è privo di qualsiasi forma di vita, da qui il suo nome.
Alcuni di noi hanno fatto il bagno e altri hanno semplicemente bagnato i piedi e le gambe per sperimentare le proprietà curative dell’acqua e dei suoi fanghi.

L’ultima tappa di questa ricca giornata è stata nel deserto di Giuda dove abbiamo fatto una piccola passeggiata. Per prepararci spiritualmente a vivere l’esperienza del deserto, abbiamo letto due salmi ascensionali che rappresentano l’ inno che accompagnava il popolo in preghiera verso la Città Santa.
Abbiamo meditato singolarmente provando ad immaginare Gesù durante i 40 giorni e le 40 notti trascorse nel deserto e la sua lotta contro il maligno.

Terminata la passeggiata, usciamo dal deserto per salire nel luogo dove Dio abita: Gerusalemme, Città Santa e luogo del compimento. Ciò che Gesù ha maturato il Galilea, trova compimento a Gerusalemme.

Transitiamo per Gerusalemme di cui vediamo l’inquietante muro. Oltrepassiamo il
Check point ed eccoci a Betlemme dove passiamo la nostra quarta notte.