Quale gioia quando mi dissero: Andremo alla Casa del Signore!

Quale gioia quando mi dissero: Andremo alla Casa del Signore!

“Carissimi parrocchiani ed amici,

mancano veramente ormai pochissime ore alla partenza! Il 3 marzo di primissimo mattino, insieme ad altri 39 pellegrini – la maggior parte dalle nostre comunità – partirò alla volta della Terra Santa…lì, dove veramente si radica la nostra fede e dove tutto ha avuto inizio.

Nelle pieghe dello scorrere quotidiano della vita di quei luoghi, sentiremo ancora una volta risuonare la predicazione evangelica del Maestro di Nazareth, fatta di volti, parabole, gesti ed incontri. Lì, in quei Luoghi che non sono “magici”, bensì profumati di eternità, cercheremo il volto del Risorto. Sì, perchè una volta saliti anche noi a Gerusalemme come ogni pio israelita, ci renderemo conto che “non è qui”, come recita la famosissima immagine che spesso viene consegnata presso il Santo Sepolcro.

Volgendo lo sguardo a quella tomba, accarezzando quella pietra che ha raccolto ed accolto l’anelito e le attese e le preghiere di milioni di pellegrini, chiederemo il dono di quella Speranza che è roccia sicura, specie nel tempo della prova, della fatica, dell’angoscia e dell’amarezza.

Celebreremo due Ss. Messe in due luoghi altrettanto significativi: nella chiesa del Dominus Flevgit, che ricorda il pianto di Gesù volgendo lo sguardo verso Gerusalemme. Da lì, il nostro sguardo cercherà i dettagli della Città Santa. Con sguardo non di pianto e di incomprensione, ma di fiducia gravida di quei legami silenziosi che tessono la vita delle nostre comunità, il nostro sguardo andrà oltre l’orizzonte e raggiungerà le nostre case, le famiglie, i ragazzi così come gli anziani…chi vive il tempo della prova e chi della gioia.

Al S. Sepolcro, nella cappella dedicata all’imperatrice Elena – appassionata cercatrice dei Luoghi del Signore – chiederemo di poter essere pure noi, ancor oggi, cercatori appassionati di Dio. Proprio ed anche lì dove talvolta le scelte, anche per le nostre comunità, sembrano incomprensibili e volte tendono più ad allontanare che ad avvicinare.

Cari, carissimi tutti…domenica sera, a mo’ di battuta, ho detto ai parrocchiani di Frassenè che non so se tornerò o se mi fermerò lì…mi hanno fatto memoria che una domenica sera, in predica, ho detto che almeno stavolta…tornerò!

Vado…insieme a coloro che fisicamente saranno nel nostro gruppo, ma portando anche tutti coloro che hanno chiesto un ricordo, una preghiera…lì, dov’è il cuore pulsante della storia della nostra Redenzione, non sarò solo: le nostre comunità saranno insieme a noi…insieme a me.

Un abbraccio e ricordatevi di noi viandanti sulle strade di Palestina!”

don Fabiano