Ritorno agli orari celebrativi consueti

Ritorno agli orari celebrativi consueti

Nell’agenda settimanale del 2 gennaio scorso, il parroco ha comunicato alle nostre comunità parrocchiali l’intenzione di terminare la fase sperimentale delle due celebrazioni al sabato e le tre alla domenica, come si era cercato di proporre nel fine settimana del 27/28 novembre scorsi.
Così ha illustrato alle nostre comunità la scelta, che ha portato al termine della sperimentazione prima della scadenza prevista.

La proposta del cambio di orario delle Ss. Messe festive aveva un duplice significato. Da un lato, il cercare di suddividere le celebrazioni in orari diversificati, rispetto anche le indicazioni diocesane in merito. Dall’altra, uno sguardo proiettato in avanti: dividendo le giornate in modo più equilibrato, qualsiasi sacerdote o parroco avrebbe potuto mantenere gli orari invariati perché, come ho ripetuto più volte, quattro Messe la domenica sono alquanto impegnative, oltre che con tempistiche talvolta risicate. La risposta nella quale confidavo, purtroppo non c’è stata…per un insieme di motivi, non ultimo gli impegni di lavoro di chi partecipa alle nostre assemblee domenicali. In modo particolare, la S. Messa a Tiser si è purtroppo decisamente impoverita rispetto a prima.
Pertanto, consultato in modo rapido il Consiglio pastorale senza convocarlo per questo solo argomento, avendo personalmente sott’occhio le nostre assemblee eucaristiche, abbiamo valutato di tornare all’orario precedente, dando così termine alla nostra breve sperimentazione. Comprendo il disagio del momento e vi chiedo comprensione in questo.

Forse l’intento non è stato del tutto colto…fino a quando dureranno questi orari, che praticamente riflettono la riorganizzazione del 2013 con l’integrazione del 2016? Credo e temo fino a quando rimarrò io in mezzo a voi, voglio essere del tutto sincero. Il futuro è nelle mani della Provvidenza…il presente…nelle nostre! Con domenica 16 gennaio torneremo quindi ai consueti orari celebrativi, con la speranza che possano venire incontro a tutti anche per una maggior partecipazione alla celebrazione festiva, che è e rimane il cuore pulsante della vita delle nostre comunità cristiane.