Sfolgorio…

Sfolgorio…
“La liturgia pasquale riempie cuore ed occhi di una novità straordinaria e sconvolgente, ricorrendo proprio ad un’espressione capace di custodire e far esplodere la meraviglia. Lo scorrere delle ore, nella silenziosa offerta quotidiana e mattutina delle persone consacrate, vede affiorare sulle labbra l’inno: Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, esulta di gioia la terra!
 
Proviamo per un attimo ad immaginare la terra: quale grembo fecondo, incapace di arrendersi all’angosciante ed assordante silenzio della morte del Figlio di Dio, non è in grado di trattenere l’Autore della Vita, il Creatore, la Parola di Salvezza e di eternità. Una tomba scavata nella roccia, mai utilizzata, può forse porre la parola “fine” a quello sprazzo di Cielo che il Maestro di Nazareth ha fatto intravvedere ai propri discepoli ed amici?
 
Il cuore esplode, lì dove lacrime di amore hanno rigato il volto della Madre Addolorata, lì dove la dolce carezza di una donna, Maria di Magdala, cerca ancora una volta la possibilità di sfiorare quel corpo sfinito dall’atrocità del supplizio…proprio lei, che ha scoperto come il suo, di corpo, fosse incapace di contenere l’amore, aprendosi all’Amore.
 
Come sarà stato quel silenzio degli apostoli, la notte del sabato? Come le ore sofferte della Madre dopo aver sostato presso la croce del Figlio? Come lo sguardo di quei figli d’Israele, che con la complicità delle tenebre hanno provato ad intravvedere la luce nuova di questo uomo giunto dalla Galilea, capace di donare speranza alle attese ed ai desideri del suo popolo?
 
Com’è il nostro silenzio, in questo singolare tempo che stiamo vivendo, dove ci riconosciamo cercatori di gesti carici di semplicità e di tenerezza? Ci scopriamo assetati di verità, indagatori del mistero della vita, proprio quando ci siamo riconosciuti privati in modo disumano di affetti e di tasselli preziosi ed unici della nostra storia e della nostra quotidianità.
 
Nel tempo dell’angoscia che attanaglia il cuore e della solitudine capace di spegnere l’afflato alla vita, ecco la Pasqua!
 
Non è soltanto parola di speranza, profumo di primavera, risposta ai nostri perché… è vita!
 
Nel suo misterioso pulsare, nella straordinaria capacità di generare, nell’inenarrabile dono di confortare.
 
Un volto, una vicenda umana e divina insieme, segnata dai tratti della sofferenza indicibile, diviene la parola che desideriamo ascoltare! Nelle nostre famiglie, negli ambienti di lavoro, nelle amicizie preziose capaci di custodirci davvero, nei luoghi contraddistinti dall’accoglienza e segnati dalla sofferenza, nelle scuole dove le generazioni non solo apprendono, ma crescono educate all’umanità propria ed altrui.
 
In ogni luogo del vivere umano, il Signore Risorto si rende presenza!
 
Sì, è di Lui che abbiamo bisogno, per poter intravvedere, nella meraviglia di questa nostra esistenza e del fascino del Creato, quel segno di luce nel silenzio ovattato che questa foto ci trasmette, scattata da un amico distante con radici qui in mezzo a noi, salito a ringraziare dopo l’esperienza del Covid provata sulla propria pelle: la luce si fa strada, nella piccola cella campanaria, dove i bronzi lasciano risuonare verso la sottostante valle, l’annuncio pasquale che non tramonta: Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, esulta di gioia la terra!
 

Che possa essere per tutti noi, carissimi, una vera Pasqua!”

 

 
il vostro parroco don Fabiano