Ricordo in modo nitido, come un punto ben fermo nel mio cammino di cristiano, la prima volta che giunsi al S. Sepolcro di Gerusalemme; ero in pellegrinaggio diocesano, nel lontano 1999. Il mio parroco mi aveva invitato a vivere insieme questa esperienza particolare di Grazia, ero in seconda superiore.
Giunti all’ingresso, avendo il Vescovo con noi, vi fu l’accoglienza solenne, curata da un nostro prete che lì stava vivendo, don Gabriele Bernardi. Ricevemmo l’annuncio pasquale e poi, al suono dell’organo ed eseguendo l’antico inno del Te Deum, entrammo. Sì, “noi ti lodiamo e ti rendiamo grazie”, perché – pellegrini – siamo giunti in questo luogo benedetto dalla preghiera e dal sangue dei martiri. Mi avvicinai un poco alla volta, camminando lentamente…il luogo era proprio quello! Lì il corpo del Maestro privo di vita era tornato in vita! Lacrime di intensa commozione solcarono il mio volto ragazzo. Ero lì, al Cuore della nostra Fede…ecco, avrei potuto toccare la concretezza della mia speranza, interrogandomi già all’epoca se quella del sacerdozio potesse essere la mia strada, la mia vocazione. Sapete? Vorrei consegnarvi un pizzico del fremito vissuto in quel momento, dell’emozione grande, della trepidazione…ero lì, non altrove! Giovanni e Pietro lo hanno vissuto senza dubbio con altri sentimenti; il Maestro l’hanno visto, toccato, ascoltato…eppure chissà come sarà stata la loro corsa…mi ha sempre affascinato, offrendo spazio anche per un po’ di sana immaginazione…non credete?
Quest’anno torna, consegnata al vissuto di ciascuno di noi, la possibilità resa viva ed autentica attraverso l’azione dello Spirito Santo nella liturgia della Chiesa, l’esperienza pasquale. Sì, da non crederci: la stessa degli apostoli!
In quel misto di incredulità, desiderosa però di poter dire: è successo per davvero! La tomba vuota, nel suo silenzio capace di attraversare i secoli, ci risponde: sì, è successo. Nel buio della morte, Gesù è davvero risorto! Perché noi non avessimo da evitare il buio…ma per sapere con quale luce illuminarlo.
Buona Pasqua, carissimi, di vero cuore!
vostro, don Fabiano